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martedì 25 settembre 2012

LE FESTE DEI POVERI


Le cerimonie tradizionali religiose e spirituali accompagnano l'umanità da che si ricordi e percorrono trasversalmente popoli differenti fra loro. Affare questo non solo di etnologi e studiosi con la puzza sotto il naso: tutt'altro! Il senso del sacro prorompe violentemente dalle cattedre accademiche per investire molti uomini con credenze varie.
Questo e molto altro nel lavoro lungo circa 25 minuti scritto e diretto da Luca Ruocco, romano di adozione ma calabrese di nascita, il quale ha cercato
con un'osservazione partecipante di calarsi nelle festività paesane della sua Catanzaro.
Il giovane regista inquadra il fenomeno bilanciandosi fra le due suddette prospettive: da un lato fa parlare una docente universitaria di antropologia, dall'altro si butta nella strada vincendo il pudore della gente calabra soprattutto anziana.
L'opera, che flirta con la fiction ma estrae dal bavero il piglio documentale, crea un feeling con lo spettatore affrancandosi dal regionalismo più autoreferenziale per aprirsi al mondo. Quasi a sposare il concetto che l'anelito alla divinità è un aspetto comune a tutti i gruppi sociali e a molti individui.
Con le dovute specificità della terra calabra però: si parla dunque di “cattolicesimo meridionale” per indicare quella modalità di vivere la fede cristiana in modo decisamente carnale (aggettivo non detto a caso, si veda per credere), palpitante e totale. E Ruocco non nega nulla, anzi spinge il piede sull'acceleratore e, con il rispetto tipico dell'antropologo scevro di giudizio, lascia parlare bocche, volti e fatti impreziosendoli con un'atmosfera a tratti squisitamente teatrale.
In questo film dalla virtuosa dualità anche la fotografia rimpalla fra un fumoso bianco e nero e una luce alquanto accesa in cui colori e particolari emergono in tutta la loro natura. 


L'unico limite può risiedere nella particolarità della proposta e nella non totale comprensione da parte di chi quel genere di episodi sociali non li conosce bene. Ma costituisce indubbiamente una finestra sul mondo preziosa, perchè rimanda a un modo di vivere il culto magari diametralmente opposto al proprio, ma affascinante e provvisto di dignità. Dignità perchè, e qui si eleva la qualità del tutto, Ruocco è bravo a far risaltare che per questi “poveri” (sia detto senza alcun giudizio di valore) concepiscono del tutto naturalmente questa esigenza, portando avanti un meccanismo culturale nonostante il dolore fisico e la spiccata anti-modernità. 
Ruocco è personaggio creativo e poliedrico; co-fondatore nel 1999 della compagnia teatrale, produzione video e musicale indipendente “Doppio senso unico”, è scrittore di soggetti e sceneggiature per cortometraggi, film e spettacoli teatrali oltre che attore e regista. Vanta anche una serie di collaborazioni nella critica cinematografia, ambito per cui dal 2010 è fondatore e direttore del portale web Ingenerecinema.