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mercoledì 7 novembre 2012

FANNO RESPIRARE HASHISH AL FIGLIO PICCOLO CHE VA IN OSPEDALE

In un'ipotetica scala di viltà gli aguzzini di questa situazione si collocherebbero in una postazione ben elevata.
Un bambino marocchino di 17 mesi è ricoverato all'ospedale civile di Brescia a causa di un'intossicazione da cannabinoidi. E' rimasto intossicato dopo che i genitori hanno fumato hashish per tutto il giorno in casa di
un amico brasiliano. I genitori, presi dal panico, hanno dato al piccolo una pastiglia di Voltaren, aggravandone le condizioni. La madre, il padre e l'amico brasiliano avrebbero fumato in casa senza aprire le finestre in un appartamento a Brescia. I tre hanno ammesso l'uso di stupefacenti e sono stati denunciati. Il bambino è stato affidato ai servizi sociali, mentre la Procura per i minorenni di Brescia ha aperto un fascicolo.
Mettere al mondo un figlio secondo molte persone costituisce il momento più bello della vita.
Ma dove sta il discrimine fra un atto di generosità e uno di egoismo? Si procrea per donare l'esperienza della vita a un altro essere umano, carne della propria carne, o per soddisfare un personale bisogno naturale che rimanda al subconscio biologico?
Nessuno, tanto meno nessuna eventuale divinità, punta la pistola alla tempia di ognuno di noi esercitando pressioni perchè diamo alla luce un bambino. Sta alla nostra coscienza, sensibilità, capacità di sacrificio, amore decidere per il sì; ma non vanno certo demonizzati coloro i quali decidono per il no.

E dimostrano maggiore generosità questi ultimi rispetto ai due coniugi bresciani, che, senza usare nessun tipo di rispetto per le vie respiratorie del loro piccolo, gli hanno fatto respirare per ore effluvi di cannabis inducendolo al malore. Anche presupponendo che solitamente il loro comportamento sia improntato alla tutela affettiva e fattuale della loro prole, questo comportamente appare imperdonabile, ingiustificabile, meritevole di sanzione punitiva esemplare. Bene dunque che il bambino sia stato affidato ai servizi sociali, i quali, c'è da sperarlo, sapranno adottare la giusta misura nel suo pieno interesse. E, c'è da sperare anche questo, le forze dell'ordine sapranno, attribuendo loro una colpa oggettivamente grave, fare giustizia a detrimento dei due marocchini e dell'amico brasiliano.

Partorire un infante, per quanto faticoso, rappresenta l'ultimo dei problemi; si apre alla madre e al padre un cammino che, a fronte di soddisfazioni indimenticabili, sarà lastricato di difficoltà, impegno e con la premessa strettamente necessaria di sacrificare buona parte dela la propria individualità in vista di un supposto bene più grande: la crescita, il benessere e la felicità di un'altra vita.
Ragion per cui sta a ciascuno di noi fare il conto di costi e benefici su quando ci si vuole mettersi in gioco in un'esperienza del genere.
Nessuno giudicherà chi non se la sente; ma tutti potranno giudicare atti di tale abominio come quello perpetrato dai due scriteriati protagonisti di questa storia nel bresciano.