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domenica 30 marzo 2014

CONFERENZA STAMPA DI FERZAN OZPETEK AL BAFF

Un Ferzan Ozpetek leggermente affaticato ma pimpante e sorridente quello che si è presentato alla conferenza stampa con i giornalisti il pomeriggio di sabato 29 marzo all’Istituto cinematografico Antonioni di Busto Arsizio. Una sorta di inaugurazione della 13° edizione del Baff l’appuntamento con il cineasta italo-turco, venuto nella città bustocca per presentare il suo nuovo film “Allacciate le cinture”. Ozpetek giunge nella sala gremita in ogni ordine e posto con una mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia e rimane con i giornalisti per un tre quarti d’ora rispondendo in modo cordiale e approfondito ai quesiti. A far gli onori di casa il sindaco di Busto Gigi Farioli, sempre vulcanico nell’introdurre gli eventi e dare lustro a una manifestazione itinerante in varie locations della provincia varesina. Presenti anche il direttore della scuola Antonioni (che forma in un percorso triennale fra regia e recitazione), il direttore artistico di Baff Steve Della Casa, lo staff di Baff e i
giovani dell’istituto che non hanno perso l’occasione di immortale attimi salienti dei lavori con telecamera e macchine fotografiche.
Ozpetek non ha celato la sua stanchezza nell’adempiere ai numerosi impegni promozionali di questo ultimo periodo; il regista, con voce calma e idee ben delineate in testa, ha sempre parlato al microfono con garbo raccontando dell’uscita del film in Italia e Turchia. Negli stessi Stati ha curato anche l’uscita del libro “Rosso Istanbul”, il suo primo volume come autore che traccia forse un solco nella sua carriera facendogli inaugurare un sentiero da scrittore. 

Qui di seguito alcune delle frasi pronunciate da Ferzan Ozpetek, che ha rimandato ulteriori discorsi alla serata; alle 21 dello stesso giorno è stato infatti proiettato al cinema Sociale di Busto in piazza Plebiscito 1 “Allacciate le cinture” con presentazione iniziale.

… Il lavoro sugli attori, come sempre accade nei miei film, è stato importante anche perché si ha un salto temporale di 13 anni e in così tanto tempo le persone cambiano non solo nell’aspetto. Devo assolutamente ringraziarli perché hanno interpretato alla perfezione il mio mandato e alcuni sono ingrassati anche in modo evidente. Parlo della protagonista, la bravissima Kasia Smutniak, ma anche di Filippo Scicchitano e Francesco Arca. D’altronde non ho mai scelto un attore per quello che poteva darmi a livello di cartellone …

… Ricordo il bel periodo delle riprese de Le fate ignoranti, un bel momento storico, prima delle torri gemelle, quando non avevamo il dubbio dell’altro …

… Il film parla anche di malattia, il cancro. Un produttore di cui non faccio il nome mi aveva risposto che non si poteva fare un film su un tale tema tabù; sono anch’io conscio del fatto che non farà cifre altissime come Mine vaganti. Credo però che di cancro si possa e si debba parlare senza considerarlo argomento scomodo. Non è non parlando di qualcosa che questo si risolve, mi sembra ipocrita e poco produttivo rimanere in silenzio, come se questi drammi debbano essere vissuti e risolti all’interno della singola famiglia …

… Nel film si vede anche una scena di amore e sesso durante la malattia. Non ci vedo nulla di male, avevo assolutamente desiderio di raccontare questo aspetto …

… Nel film c’è un intreccio di dramma e ironia; la risata, il pianto e il dramma sono lontani e vicini allo stesso tempo. In uno dei miei film preferiti, “Fiori d’acciaio”, vi sono scene che danno ragione a questa unione …

… Capitolo Francesco Arca: siccome più di una persona mi ha fatto notare che questo ragazzo aveva iniziato facendo il tronista, rispondo una volta per tutte che Francesco si è rivelato una graditissima sorpresa soprattutto nella disponibilità all’ascolto che ha dimostrato. Io tra l’altro lo scoprii dopo averlo preso della questione tronista e non sono non me ne fregava niente ma mi sono solo rammaricato di non averlo scoperto dieci anni prima. Mi hanno chiesto se mi fossi pentito di averlo preso; mi sono pentito di averlo trovato in ritardo! …

… Da sempre lavoro sull’emotività dell’attore cercando di rendere spontaneo il risultato generale, l’improvvisazione mi piace poco, preferisco tenere le cose sotto un saldo controllo …

… Ancora due parole sul cancro. Io ne sono coinvolto per aver vissuto la drammaticità della malattia con persone a me care, ma tutti siamo coinvolti, la società tutta è coinvolta. Dobbiamo essere chiari uscendo con l’informazione e la sensibilizzazione per questo problema collettivo ...