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sabato 22 marzo 2014

LHENS: INTERVISTA

Agli abituali frequentatori delle serate targate organizzazione Insound non sarà sfuggito un folletto che nel corso della notte zompa qua e là con un microfono in mano. Il suo nome d’arte, Lhens, si aggiunge a quello di battesimo, Paolo. Il nostro si divide con lo stesso impegno fra il main stage hardstyle e la saletta hardcore
e di un aspetto si può essere certi: non lo si vede mai stare fermo. O meglio lo si può vedere in equilibrio con un bicchiere in testa, uno dei gesti per cui è più conosciuto.

Siamo riusciti a tenerlo a portata di
mano per qualche minuto nell’intervista che segue.

Raccontami come hai iniziato a diventare vocalist nelle serate in discoteca.
Ho cominciato una sera per caso con il dj Air Teo e Marco Marchese, ho preso in mano un microfono e da lì è partito tutto. All’inizio ero con la loro organizzazione, poi ho conosciuto Doctor Zot e ho raggiunto Insound. Ricordo delle belle serate nel novarese al locale “Black Jack” a Sizzano, l’entusiasmo è ancora quello.

E’ innegabile che Insound di cui fai parte sia una delle più importanti a livello nazionale; qual’è a tuo parere la vostra formula di successo?
Siamo una famiglia, siamo uniti, questo funziona. Ho avuto anche esperienze con l’organizzazione Vertigo a Genova. Non ho trovato particolari differenze; il nostro è ancora una mondo in cui si viene alla serata per ballare. Poi, logico, ci sono le teste di cazzo che a volte rompono le scatole, ma siamo tutti amici di solito.

Chi si riconosce in filoni come hardstyle e hardcore, almeno una certa parte, parla di stile di vita connesso; a tuo parere esiste questo? E, se sì, in cosa consiste?
Amare la musica e viverla in ogni momento sempre e comunque non solo il sabato sera ma tutte le giornate.

Come organizzi la serata? La prepari?
Non preparo niente, mi lascio guidare dalla gente e lascio decidere a loro se ho fatto bene o male; fino adesso la risposta è stata soddisfacente.

Ritieni che il pubblico dei suoi hard sia unito? Muovi una critica, se c’è, alle persone che vengono alle vostre serate.
Si viene a ballare per divertirsi e non per far casino.

Tu abiti a Novara, città che conosco molto bene; come mai non è mai riuscita a proporre ai ragazzi una vita notturna degna di questo nome?
La mentalità è troppo chiusa, esistono solo il “Celebrità” il “Ryan’s”; se anche tu organizzi una serata hard, magari funziona ma andrà mai avanti troppo bene. Ci sono tanti ragazzi di Novara che vengono a Santhià e Torino che vengono a Insound, ma nella loro città non funzionerebbe.

Quali sono gli artisti in ambito hardstyle e hardcore che apprezzi di più?
Hardstyle: Headhunterz e Noisecontrollers; hardcore: F.Noize e Noize suppressor.

Sembri sempre molto coinvolto dal tuo lavoro: dai man forte al dj, stimoli il pubblico, ti si vede nel corso della notte sempre pimpante. Come ci riesci?
Mi lascio trascinare, è una cosa naturale che viene da dentro.

Fai finta che io sia uno che odia la tua musica e non la conosce; prova a convincermi della sua bontà.
Ti risponderei malissimo, è meglio tu non mi facessi questa domanda (ride).

Dimmi qualcosa che non ti ho chiesto in quest’intervista.
Io amo questa musica e continuerò a lavorare per rendere migliori queste serate.