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giovedì 10 luglio 2014

RIAPRE LA PESCA DI BALENE IN GIAPPONE

Fatemi capire...
I giapponesi prima avvelenano le acque che bagnano le sue coste e poi, per rilevarne l'eventuale radioattività, squartano la pancia delle balene? Prima si macchiano di crimini loro e, per capire di quale entità è quel crimine, ammazzano animali?
L'uomo è diventato il peggiore animale del mondo. L'uomo del
resto è un animale proprio ontologicamente, è animale fra gli animali. Chiama gli animali spesso usando il vocabolo "animale" in modo dispregiativo ma si dimentica di essere lui stesso un tipo di animale. E
con superbia, tracotanza e impunità continua a ritenere, secondo una prospettiva squisitamente antropocentrica e fottutamente specista, che le altre creature (oltre all'ambiente) siano a sua completa disposizione non si capisce in virtù di quale principio. L'uomo maschera egoismo e crapuloneria con la razionalità scientifica. Io spero ardentemente che qualcuno o qualcosa un giorno gliela facciano pagare cara e che debba essere costretto a pagare in modo salato i conti dei crimini assoluti che sta vergognosamente compiendo.
Dispiacendomi ovviamente per le povere balene, al questione è la seguente: 

occorre una nuova coscienza generale che induca tutti gli uomini a non brutalizzare NESSUNA SPECIE ANIMALE. Occorre non mangiare più NESSUNA CARNE ANIMALE per interrompere le brutture che da secoli vengono perpetrate ai danni di animali innocenti. 

Alessio Bacchetta

Sono già arrivate le prime foto che testimoniano come il Giappone, nonostante la sentenza della Corte dell’Aja di fine marzo, ha ripreso la caccia alla balena. La flotta nipponica, composta da 4 imbarcazioni super scortate, è partita dal villaggio di pescatori di Madoka con l’obiettivo di catturare un tipo di cetaceo che non sarebbe interessato dalla sentenza Onu. L’obiettivo: cacciare e uccidere 51 balene (il 15% in meno delle abituali 60 catturate).
I presunti «fini scientifici»
Il governo giapponese insiste che la caccia ha fini «scientifici» nonostante la sentenza del tribunale dell’Onu abbia stabilito che le spedizioni nell’Oceano Meridionale erano attività commerciali camuffate da fini scientifici. Come avviene ogni anno l’agenzia della pesca nipponica analizzerà il contenuto nello stomaco delle balene uccise e verificherà l’eventuale presenza di possibili tracce di materiali radioattivi, versati in mare dopo il disastro nucleare di Fukushima, dopodiché metterà in vendita la carne dei cetacei per il consumo umano.
La sentenza
Il governo nipponico ha cancellato la sua campagna di pesca nell’Antartico dopo la sentenza della Corte, e ha deciso di ridurre la quota di balene catturate nel Pacifico settentrionale a 210 per l’anno corrente (170 in meno che la stagione precedente). Secondo un recente sondaggio, comunque, il 60% dei giapponesi ritiene di dover continuare il programma di pesca delle balene .
Fonte: www.corriere.it