Mi avete letto in ...

giovedì 18 settembre 2014

RETE GENITORI RAINBOW: INTERVISTA


Per molti di noi gli epiteti volgari diretti a omosessuali o transessuali rappresentano uno degli elementi della normale conversazione quotidiana. A quanti è accaduto di sentire o di dire aggettivi poco lusinghieri in tal senso, magari in modo scherzoso, senza
considerare l'effettivo valore dell'invettiva? Senza considerare che dietro a un vocabolo vi è un essere umano senziente ascritto coattivamente nello svilimento linguistico della categoria.
Ma si sa, il cervello umano, soprattutto in tempi di psicologizzazione massiva ed esasperata come questi, necessita di incasellare, rubricare, annoverare. Dietro ai numeri e ai pregiudizi si cela comunque un mondo tutto da scoprire e che si sostanzia in una casistica umana vastissima. C'è gay e gay, c'è lesbica e lesbica, c'è trans e trans; e tagliare con l'accetta questa pluralità di espressioni squisitamente e giustamente uniche diviene un peccato. Se non si vuole prendere a cuore la situazione da un punto di vista etico, almeno si pensi all'auto svilimento intellettivo nel trattare in modo superficiale un universo tanto corale.
E poi c'è il mondo nel mondo, l'underground dell'underground. Cosa direbbe il lettore affezionato di questo blog o l'internauta di passaggio se sapesse che alcune persone hanno scoperto di essere omosessuali dopo una precedente esperienza matrimoniale o unione etero? Magari con figli a cui spiegare le ragioni di una separazione, di un mutamento. E come ci si sente in questi casi? Cosa si racconta agli altri? La società non stende di certo il tappeto rosso invitandoti al banchetto luculliano del cambiamento esistenziale. Anzi devi pagare un conto salato a un ristoratore che non ti concede sonni ristoratori. E soprattutto... Cosa racconti a te stesso? Come strutturi la rimanente parte della vita? Come metti a posto le forze antagoniste che naturalmente si scatenano dentro di te?
A queste risposte e soprattutto a chi le formula in quanto parte in causa risponde l'associazione RETE GENITORI RAINBOW, nata da alcuni genitori omosessuali e separati con figli a carico da passati connubi.

A quanto pare il “terremoto” non è fenomeno di cui solo i geologi si interessano, almeno stando alle parole di uno dei presidenti Cecilia d'Avos.
Chiamo “terremoto” il periodo di scoperta del nuovo orientamento sessuale; tutti noi ci siamo trovati ad affrontare tanti problemi quando non esistevano associazioni specifiche per darci una mano, né uno spazio che accogliesse le paure. Quando ci innamoriamo, essendo già genitori, di una persona del nostro sesso, molto spesso la prima cosa che si prova è il timore. La società è ben lontana dal contemplare questa situazione; una persona come me, che fino al giorno prima ha vissuto in un contesto tradizionale, con tanto di pranzo domenicale dai suoceri, prova vera angoscia quando si interroga sul cambiamento della propria vita. C’è una paura folle di perdere i figli! L'associazione è nata per dare delle risposte specifiche; sono tantissime persone che arrivano a questo vissuto.

Le statistiche a quanto pare non sono molto aggiornate in termini temporali ma danno un'idea di come non si stia parlando di quattro gatti. 
Il Ministero della salute, in collaborazione con Arcigay, nel 2005 ha stimato in circa 100 mila il numero dei figli con almeno un genitore omosessuale. Noi siamo volontari: la nostra idea non è di fare la tessera del supermercato; i destinatari dei nostri servizi sono coloro che, anche in anonimato, chiedono supporto e confronto.

Ma cosa scatta esattamente nella mente e nel cuore di una persona che avverte le necessità e il piacere di scoprirsi diverso da prima? 
Ho visto tanti casi diversi, ma parlo della mia esperienza personale, da un lato c'è una gioia incontenibile ad abbracciare una nuova dimensione che ci fa stare bene: quella di un amore omosessuale, qualcosa che scopriamo essere un desiderio insopprimibile e spesso inaspettato; ma presto arriva lo sgomento di trovarsi in una situazione fortissima. Ci si scorda spesso di dire che dietro l'omosessualità c'è la meraviglia di aver trovato la propria essenza. Non sono solo tormenti, il nostro è un universo colorato e pieno d'amore! Molti considerano sacra la famiglia come mattone della società e non è semplice scontrarsi contro questo pensiero che affonda nell’idea distorta che l’omosessualità non sia “secondo natura”.

Le reazioni individuali durante il “terremoto” sono standard o variegate?

Alcuni la vivono in modo drammatico e colpevolizzante, altri per fortuna con maggiore serenità; spesso si passa da una fase all'altra con un carico di ansia e paura non indifferenti. Scoprirsi omosessuali non ha nulla a che fare con l’ovviare a una crisi con l'ex compagno/a etero, c'è molto ma molto di più. Noi interveniamo con i tanti servizi che mettiamo a disposizione, sia a distanza che di persona. Abbiamo il sito internet, la pagina Facebook, Twitter, la chat, diamo supporto via mail oppure con la linea telefonica tutti i lunedì sera grazie ai volontari. Insomma, cerchiamo di essere visibili il più possibile con tutti gli strumenti che ci mette a disposizione la tecnologia.

Altra attività dell'ente il gruppo di auto-mutuo aiuto come fonte sorgiva di accettazione di sé e rinascita.
Ciascuno nell'ascoltare gli altri ritrova frammenti di vita propri; il gruppo è importantissimo per dare serenità. Come associazione abbiamo esperienze di questo genere in tutta Italia soprattutto al centro nord, mentre al sud ancora abbiamo qualche difficoltà a trovare volontari disponibili. Abbiamo gruppi di condivisione che affrontano ogni volta un argomento specifico e poi, appunto, i gruppi di auto-mutuo-aiuto, condotti da facilitatori che operano sulla base di un percorso formativo (con noi ci sono anche counselor che comunque non sono figure esterne ma condividono con gli altri partecipanti la condizione di genitore omosessuale o transessuale).

Il Direttivo di RETE GENITORI RAINBOW comprende i co-presidenti Cecilia d’Avos di Roma e Fabrizio Paoletti di Firenze, e le Consigliere Valentina Violino di Torino e Alessandra Bertocchi di Brescia. Tra i fondatori dell’Associazione Alessandro Ozimo, scomparso due anni or sono. Prossimamente, domenica 30 novembre a Torino nello spazio di Cascina Roccafranca e con il patrocinio del Comune di Torino, si terrà un Convegno in sua memoria dal titolo "Nessuno può essere escluso".
In associazione collaborano anche genitori transessuali con figli da relazioni etero.
Quali le altre attività del gruppo?

Oltre ai servizi a distanza e ai gruppi locali, organizziamo incontri di accoglienza, seminari condotti da psicologi specializzati, convegni e manifestazioni per fare cultura su queste tematiche. Siamo fra le associazioni accreditate all’UNAR, Ufficio anti discriminazioni razziali che opera nell’ambito del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e siamo parte attiva nei coordinamenti dei Pride in molte città. Sul versante politico/istituzionale cerchiamo di portare la nostra specificità nelle scuole e nei tribunali. Martedì 16 settembre, ad esempio, siamo andati al Ministero dell'Istruzione per offrire il nostro contributo e la nostra competenza quale associazione di genitori LGBT (acronimo di Lesbiche Gay Bisessuali e Transessuali). Inoltre aderiamo a NELFA, il network europeo delle associazioni di famiglie omosessuali.

E il coniuge da cui ci si separa dopo il “terremoto”?

E' stato stimato dall'Associazione Italiana Avvocati Matrimonialisti che l'11% delle separazioni giudizialie è causa dell'omosessualità di uno dei coniugi. L'ex coniuge riceve un contraccolpo doloroso che non sottovalutiamo e per quanto possibile cerchiamo di includere nella galassia famigliare a cui offriamo supporto anche lui o lei. Le reazioni sono molto diverse: dopo il primo momento destabilizzante c'è chi chiude i rapporti del tutto; c'è chi invece comprende e supporta il cambiamento dell'altra persona. Questi ultimi talvolta diventano nostri soci e persino sfilano con noi ai Pride; può sembrare incredibile ma è così! Sul nostro sito si può cliccare sul link “La storia di James” o anche “La storia di Morena” e leggere bellissime testimonianze in merito. Questa armonia si riverbera anche sui figli. E la loro crescita armonica è per noi un obiettivo fondamentale.

A proposito: con quali occhi si guarda un figlio e gli si racconta tutto?

Non ci sono ricette anche perché ogni situazione è diversa dall'altra. Io penso che sia auspicabile arrivare all'autenticità reciproca; spesso è proprio il benessere dei figli che detta l'equilibrio da parte dei genitori. Faccio un esempio personale: mia figlia, che oggi vive all'estero con il suo ragazzo, è tornata apposta a Roma per sfilare con me al Pride. Ricordo sempre quando le feci il mio coming-out, aveva 14 anni, mi rispose: “Mamma, sono orgogliosa di te perché fai quello che ti senti anche se è difficile”.

Beh le confesso che mi ha fato venire i brividi con questo racconto...

La ringrazio della sua sensibilità. Pensi che da piccola, quando mi chiedeva di raccontarle una favola, spesso ci ficcavo dentro qualche personaggio gay; mia figlia commentava con un meravigliato ma tranquillo “ah, davvero?!”.

Di strada se n'è fatta ma il cammino è lungi da essere completato. Molti elementi ostativi ancora permangono all'orizzonte: certe correnti di pensiero, alcuni stalli culturali dediti alla tradizione a tutti i costi...
C'è una bella rivoluzione culturale da fare. Dobbiamo sfatare il mito di natura contro cultura; sappiamo bene che tante specie animali hanno comportamenti omosessuali (ma nel regno animale non ci sono gli oscurantisti che ci remano contro!).
Dobbiamo fare in modo che quei diritti, che oggi sono prerogativa degli eterosessuali, possano essere goduti da chiunque, indipendentemente dall’identità/orientamento delle persone. Parlo di accesso al matrimonio civile, all’adozione, alla fecondazione assistita. Quando l’accesso a tutto ciò sarà indifferenziato, avremo raggiunto un grande obiettivo di civiltà. Certamente si sono fatti passi in avanti importanti. Vent'anni fa faceva scandalo anche il figlio di genitori separati, oggi non è più così, per fortuna. Ma non chiedeteci di nasconderci per favore, è doloroso e crea danni. Siamo convintissimi che la visibilità serena sia fondamentale. Ci sono segnali confortanti da più parti: mi viene in mente la casa editrice “Lo stampatello” ad esempio che pubblica libri per bambini in cui si tratta con semplicità la pluralità delle famiglie. Certo, certe frange politiche e della chiesa cattolica ci fanno opposizione dura; il loro pensiero si basa su un'idea mistificata di natura e cultura. E certe idee si annidano purtroppo anche nella sinistra. Occorre combattere tutto ciò con strumenti culturali. Ma più che combattere un nemico (così gli daremmo valore) penso sia importante lottare “in positivo” per affermare le idee in cui si crede.