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mercoledì 5 novembre 2014

SAGRE, FESTE, PALII CON ANIMALI: L'ORRORE TRAVESTITO DA TRADIZIONE

Una sventurata colomba in preda a viscide mani umane che la preparano per la "Palombella di Orvieto"
 












Un conto è la tradizione intesa come placido custode degli antichi valori e dell'identità comunitaria nazionale o locale. Un altro è l'idea, che passa cinicamente a prassi normale e consolidata, di utilizzare con la forza poveri animali per difenderla. Allora quella non è più tradizione ma massacro materiale e morale di altre specie viventi che non possono difendersi davanti alle unghie sporche dell'uomo. Quest'ultimo non perde mai occasione per
abbruttirsi dando per scontato di essere la razza superiore e dispone a piacimento di natura e animali pienganoli alle sue esigenze. Le sagre di paese poi non rappresentano nemmeno un'esigenza, sono momenti che si possono impostare con una rinnovata coscienza civile. Per svolgerli come in alcuni vengono svolti è meglio che vengano soppressi per sempre.

Alessio Bacchetta

Ancora oggi molti animali sono utilizzati in sagre, palii e feste popolari, forzati a compiere azioni per loro innaturali, costretti a competizioni estenuanti o esibiti per essere venduti.
La tradizione è la motivazione principale che viene adottata per giustificare questi spettacoli, fonte di notevole stress e sofferenza per gli animali, ma in realtà dietro queste usanze vi sono anche forti interessi di natura economica.
Tramandarne la memoria non deve significare perpetrarle immutate nel tempo, i contenuti culturali di queste “tradizioni” andrebbero analizzati, conservandone alcuni ma sostituendo quelli inerenti l’impiego di animali.
Oltre che crudeli sagre e palii sono infatti anche diseducativi verso adolescenti e bambini, perchè nascondono dietro ad una velo di apparente normalità espressioni di violenza e coercizione verso gli animali.
Non vi è giustificazione a questo tipo di intrattenimento, superare ed abbandonare crudeli abitudini del passato è un cambiamento necessario per una società civile.
PALIO DI SIENA
E’ tra le giostre equestri più antiche del mondo, ad ogni palio partecipano dieci contrade e si svolge nella piazza centrale di Siena. Il palio è vinto dal cavallo, con o senza fantino, che per primo compie tre giri in senso orario della piazza. Gli animali rimangono spesso gravemente feriti durante la competizione e quindi soppressi perché non più utili a questo scopo.
PALIO DELLA RANA
I partecipanti spingono una carriola di legno con sopra una o più rane lungo un percorso. Se l’animale salta e cade deve essere riposizionato fino all’arrivo al traguardo. Spesso le rane finiscono schiacciate dalle ruote delle carriole o dalla folla circostante, ma non importa se qualcuna incappa in questo destino perché negli stand gastronomici sono comunque il piatto forte.
SAGRA DEI OSEI
Alla festa della natura inscenata da più di settecento anni in provincia di Pordenone, vengono messi in mostra migliaia di animali, rinchiusi in gabbie minuscole e sovraffollate, Molti sono uccelli da richiamo, utili ai cacciatori per adescare le loro prede, impossibilitati a seguire il loro istinto alla migrazione e condannati ad esprimere il loro desiderio di libertà solo tramite il canto che a loro insaputa attirerà i propri simili verso i proiettili dei cacciatori.
PALOMBELLA DI ORVIETO
Una colomba bianca viene inserita in un tubo di plexiglass, fissata a una raggiera metallica contornata da mille petardi scoppiettanti e fatta scendere in velocità dal campanile della chiesa lungo un filo metallico. Questa è la sceneggiata che rappresenterebbe lo spirito santo che discende sugli apostoli illuminandoli, la colomba, considerata l’icona dell’evento, in realtà non è altro che un animale imprigionato e relegato al ruolo di vittima sacrificata in nome di una ritualità che resta immutata da secoli.

Fonte: www.essereanimali.org