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giovedì 11 dicembre 2014

SIMONE IANNONE: INTERVISTA A UN NUTRIZIONISTA

“Fa più male un pensiero negativo di un cibo avariato”. 

Tale concetto è paradigmatico per comprendere l'approccio con cui il nutrizionista e naturopata Simone Iannone carezza la vita e accoglie il bisogno di sostegno delle persone che gli si rivolgono. Con nelle gambe ottimi piazzamenti nella faticosa disciplina duathlon, lavora in due studi a Cannobio (Vb) e Verbania; a 30 anni ha sentito la necessità inderogabile di realizzare la propria essenza. Abbandonato il precedente impiego, si è rimesso a studiare plasmando l'esistenza su un'attitudine improntata a sostenibilità ambientale, alimentazione sana, logica cruelty free e sport. Pur vegano, non si barrica dietro all'ortodossia radicale ma lascia che ciascuno trovi il suo stile di alimentazione in autonomia e in forza della propria unicità. Conduce uno stile professionale non invadente, flessibile, attento e rispettoso; si ritiene un facilitatore, un mediatore fra regole di buon senso e libertà d'azione dell'interlocutore. Lascia dunque alla persona l'onore ma anche l'onere di giocare
un ruolo fondamentale nella guarigione. Convinto assertore dell'amalgama indissolubile fra corpo e mente, soma e psiche, carne e spirito, è affascinato da certe sfumature di pensiero orientali e dunque nella pratica quotidiana non può prescindere dal considerare la calma mentale come vero alimento, medicina dell'anima tanto quando altri cibo o farmaci.
Come spesso accade allorché ci si addentra in territori tanto vasti, il loro fertile humus dona munifici frutti nel ragionamento. Si parte dall'alimentazione per arrivare agli ogm (organismi geneticamente modificati), passando dall'agrobusiness al biologico, senza trascurare la meditazione e la gestione delle emozioni. Come previsto la chiacchierata con Simone ha toccato tanti temi; cercheremo nell'articolo di non scendere troppo nel tecnico un po' perché chi scrive non ne ha i titoli e un po' per consentire al gentile lettore di ottenere qualche consiglio talvolta spicciolo tal'altra approfondito verso una filosofia di vita quanto meno più consapevole. 
Ciò che oggi manca è una conoscenza dei fatti: la nostra attenzione viene obnubilata dai “professionisti della mistificazione” che, obbedendo a regole di mercato/logiche di profitto/controllo sociale, ci propinano ciò che è opportuno noi sappiamo. Ergo ciascuno può compiere le scelte che crede, ma almeno sulla base di un'informazione il più possibile completa. 
Personalmente intendo ambire a una felicità totale, tutta mia, che mi veda protagonista e non esecutore inerte; il cammino è ancora lungo e questa volta mi ha fatto incontrare Simone.

Quali sono i problemi più classici che lamentano le persone che vengono a curarsi da te?
Oggi quasi tutti soffrono di intestino che non funziona bene; in certe condizioni nemmeno gli integratori svolgono un buon compito perché vanno a poggiarsi su un sistema che soffre. Aprendo una parentesi, sconsiglio gli integratori a meno che uno abbia carenze congenite e oggettive; con uno stile di vita sano e moderato riceviamo tutte le sostanze di cui il nostro corpo necessita per stare in modo ottimale. Ma torniamo alla domanda: un organismo, se posto in un'alimentazione bilanciata, un'attività fisica vigorosa e in un pensiero positivo magari con l'aggiunta della meditazione, si realizza pienamente. In una settimana/quindici giorni spesso problemi e disturbi anche gravi si affievoliscono. L'organismo ha energie vitali innate che gli permettono di guarire, ma molti di noi le sotterrano con farmaci e comportamenti errati. Ricordiamo che l'alimentazione non è solo introiettare cibo ma anche socialità, condivisione; il piatto è meglio se viene fatto con amore. Io consiglio sempre di mettersi a tavola con emozioni serene; se sono arrabbiato, mi resterà il boccone sullo stomaco nel vero senso della parola. E questo vale anche per i salutisti, quelli che credono, scegliendo solo alimenti sani, di essere esenti dal discorso psicologico magari. Se dentro non stai bene, mastichi amarezza e getti veleno dentro di te; è un po' come dell'ottima benzina che alimenta un motore rotto.
Restando in tema di alimentazione, tu da anni hai scelto il veganismo; lo prescrivi sempre e comunque agli altri?
Io sono aperto a ogni tipo di alimentazione, non per me, certo, ma per gli altri. Parto dal presupposto che quel tipo di cibo ti debba dare gioia; non devi essere vegano per forza per poi soffrire e pensare che ti manca qualcosa. Non ho preclusioni e credo fortemente nel potere della scelta; se ci credi in una cosa, sei già a metà strada per realizzarla. Ho scelto lo stile vegan per tutta una serie di motivazioni: per un maggiore rispetto dell'ambiente, degli animali e in quanto sono più che convinto che così svolgo un'accurata prevenzione per la mia mente e il mio corpo. Altra questione che ci porterebbe lontanissimo ed è solo il caso di citare sono i genitori che portano ai bambini diete alternative e hanno girato mille dottori con mille diagnosi. In quel caso urge un lavoro di rieducazione e di presa in carico della persona nella sua individualità.
Anche se non mi pari il nutrizionista che ama dare ricette assolute, quali sono i parametri di valutazione con cui “testi” una persona?
Chiedo tre cose fondamentali: come funziona l'intestino, che qualità ha il sonno, se il soggetto ha una buona energia. La sfera umana va presa in toto, senza frazionamenti e la medicina occidentale moderna, è risaputo, è orientata a curare l'uomo a pezzi e in maniera meccanicista. Io sento dentro di me una voce che mi fa andare in altre direzioni: non ho davanti macchine a cui poter sostituire parti in caso di guasto. L'uomo è un tutto in cui il singolo frammento concorre in modo determinante alla salute generale e soprattutto l'aspetto motivazionale, umorale, energetico deve avere la sua influenza. I monaci shaolin, che erano vegani, esercitavano un assoluto controllo della mente e delle emozioni; sono un ottimo esempio a mio avviso. Ci sono dei cibi che creano troppa energia nel nostro organismo, ci sono cibi vivi e cibi morti; questo surplus energetico cagiona algie, crampi che si ripercuotono a livello mentale. Tutto questo confonde la mente, destabilizza. Vuoi degli esempi? Caffè, carne, latticini mediamente agitano, confondono; vi sono persone che li reggono bene ma in generale non ne metto nel mio corpo. Per il caffè: ha impatto forte, stimola l'adrenalina e può dare dipendenza; ma se si riesce a superare i primi quattro giorni di disintossicazione, non si avranno più quei sali e scendi che ci fanno avere bisogno del caffè stesso. Dopo aver tolto questi cibi e iniziato sport a livello massivo, ho sentito un evidente beneficio nei recuperi e non ho più avuto infiammazioni. In generale consiglio di limitare quel tipo di alimenti anche perché prepari meglio il corpo alla tollerabilità di momenti difficili della vita. Il cibo è energia e pensiamo a quando mangiamo un uovo, qualcosa capace potenzialmente di creare una vita.
Pensieri, tristezza, in alcuni casi depressione fino a sfociare nella malattia. Sai bene che certe filosofie orientali e alcuni correnti psicologiche tendono a vederla non come qualcosa che spinge irrimediabilmente negli abissi della sofferenza ma come opportunità di autoconoscenza.
Certo! La malattia o comunque disagi e guai fisici non sono per forza qualcosa di cui aver paura o che distrugge i nostri progetti; se indugiamo nel volerla combattere, nel temerla, avremo meno strumenti per controllarla. Ecco, direi così: più che combatterla, la malattia dovremmo controllarla, gestirla, conviverci quasi. Più che voler guarire, chiediti perché ti sei ammalato, cosa avresti potuto fare per evitarlo, cosa potrai fare perché non si ripresenti più il problema. C'è tutto uno studio sull'aspetto vibrazionale della vita che parla di cosa scatta fra le persone nelle relazioni. Ognuno ha il dovere di essere felice, sano nella salute, portando in società una vibrazione appunto positiva.
Che consigli pratici daresti all'uomo della strada per migliorare fisicamente con un regime alimentare sensato?
In primis dedicarsi al biologico: non posso dire che sia superiore per forza, certo che presenta meno additivi, antiparassitari, anticriptogramici e un minore impatto ambientale. Capisco che per molti sia anche una questione di costi, ma non credo per la salute si possano fare calcoli del genere. Possiamo poi affermare che frutta e verdura hanno proprietà indispensabili come vitamine e fibre e andrebbero consumate tutti i giorni in buona quantità. Soprattutto questi cibi possono necessitare di concimi e fertilizzanti per crescere, attenti dunque a quello che mettiamo in tavola soprattutto se abbiamo figli piccoli. Ricordiamo che quelle sostante chimiche cambiano le proprietà dell'alimento e il tutto si ripercuote nel ciclo vitale dell'organismo e dell'ambiente. Poi fondamentali sono gli zuccheri carboidrati complessi, quindi i cerali non raffinati come orzo, farro, miglio, quinoa, ecc. Ce ne sono tantissimi...
Scusa se ti interrompo e ti quoto rispondendo idealmente a chi, quando gli comunichi che sei vegerariano o vegano, ti chiede: “Ma allora cosa mangi?”. Ecco la risposta: un sacco di cose che tu non conosci perché sei stato abituato a un regime consolidato in società ma che non è detto sia perfetto.
Esatto, spesso è l'abitudine la peggiore nemica! Parliamo di riso saraceno, grano, amaranto e tante altre prelibatezze. Personalmente li considero più importanti dei legumi, che danno molte proteine ma non li vedo come i beni primari. E non in ultimo i semi oleaginosi, questi grandi sconosciuti. Mandorle, noci, semi di lino e tanti altri ricchissimi di omega 3. Magari maciniamoli e non mangiamoli interi, perfetti con i piatti freddi, due cucchiai di olio extra vergine di oliva da minestra e un cucchiaio da minestra dei nostri semi.
E sui famigerati ogm cosa mi racconti? Magari senza scendere troppo nel dettaglio.
Parliamo allora di agrobusiness, ovvero l'ingente giro di quattrini che sta dietro all'agricoltura intensiva a cui non frega niente della tua e della mia salute e vuole solo ottimizzare costi e benefici. Gli stessi vegani dovrebbero stare attenti: non è sufficiente scegliere vegetali e scartare carni e latticini, occorre mettere in tavola cose di qualità. Vengo dalla facoltà di agraria e so da dove viene il cibo, dunque ti farò un esempio su tutti. In Italia non è consentito l'uso degli ogm in laboraratorio; il mais della multinazionale Monsanto è transgenico, non certo come quello che farebbe il contadino sotto casa tua per intenderci. Diversi Paesi emergenti come il Brasile lo usano ma è solo business! Il mio amico Franco Trinca, che lavora in Umbria, sta cercando di far capire che si tratta di una legge truffa. Nel mais della Monsanto abbiamo un tratto di dna di un bacillo parassita e dunque l'insetto che mangia questi cibo muore, gli esplode lo stomaco. A livello volatile questi residui resistono, le spore girano e pensiamo alle api che vi si nutrono. Il risultato sai qual è? Un disastro completo. Abbiamo messo in commercio una morte vegetale, un prodotto con un forte punto di domanda. A onor del vero, bisogna dire che a oggi gli studi non certificano danni gravi per l'assunzione di alimenti derivati da ogm. Ma, a parte il fatto che tali studi sono solo sui ratti, è stato violato un principio di precauzione e comunque un problema c'è già: nella monocultura anche non ogm si distrugge la biodiversità. E ancora: due campi, uno a biologico e uno a ogm, non dovrebbero mai stare vicini, invece succede a più riprese. Lo 0,9% di ogm può essere trovato nel biologico per legge, è una soglia massima di tolleranza; ma è un dato aleatorio anche perché, per quanto in percentuale debole, un problema potrebbe essere virulento. Uno degli effetti più gravi di tutto questo è il dilagare della celiachia, perché siamo andarti a cambiare il quantitativo di glutine nel grano modificato.
Molta gente non sa le cose, alcuni non si informano neanche, ad altri non gliene frega, altri ancora sanno ma fanno finta di niente. E' variegata la casistica delle persone ma un dato sembra comune: ingrassare le casse delle farmacie cercando medicamenti miracolosi per ovviare a questo o a quel disturbo.
Tanta gente non sa che esistono l'orzo e il farro e magari conosce i semi di chia che sono diventati un business commerciale da qualche anno. Se uno ha un'alimentazione bilanciata, lo dicevamo già, non ha bisogno di integrare; la pubblicità copre un vuoto di informazione che molti colmano male anche con la rete web. Come saprai, diversi atleti di fama mondiale sono vegani e ottengono risultati ottimi; anche alcuni body builders lo sono e utilizzano preparati proteici di soia o piselli. Ma non fanno bene perché mettono in circolo un surplus di principi nutrizionali.